Celiachia, eliminare il glutine non basta

La celiachia è una malattia infiammatoria dell’intestino causata da un’intolleranza alimentare permanente al glutine. Colpisce almeno l’1% della popolazione e coloro che sono sensibili al glutine, quindi non hanno gravi effetti pur sentendosi danneggiati dal consumarlo, sono oltre il 6%. Ma in realtà l’80% degli intolleranti al glutine non sa di avere questo problema e continua a consumare prodotti a base di glutine, avvertendo disturbi che vengono attribuiti ad altro. In Italia è riconosciuta come malattia sociale, tanto che si stima colpisca all’incirca 400/600.000 cittadini, cioè una persona ogni 100/150 abitanti.

Il glutine è una componente proteica naturalmente presente in molti alimenti (frumento, farro, kamut, orzo, segale, spelta e triticale), il suo corpo innesca una reazione allergica: i villi intestinali si appiattiscono, impedendo l’assorbimento di molti principi nutritivi necessari all’organismo, dando origine a sintomi più o meno gravi. L’unica cura efficace per la celiachia è una dieta senza glutine, cioè composta esclusivamente da alimenti senza glutine, anche della pur minima traccia. Ma davvero è sufficiente una dieta senza glutine?

Secondo recenti studi fino al 60% dell’intestino tenue dei pazienti celiaci non guarisce mai completamente nonostante segua una dieta senza glutine. In una ricerca condotta su 241 pazienti celiaci, la guarigione della mucosa dell’intestino tenue in soggetti celiaci, dopo due anni senza glutine, era “ancora” al 34%. E dopo cinque anni di dieta, la guarigione era al 66%.

Questo vuol dire che molte persone seguono una dieta senza glutine ma senza mai guarire davvero e continuando ad avere problemi digestivi. Uno dei segreti si chiama vitamina D che, a bassi livelli, rende l’intestino permeabile compromettendo la barriera intestinale e provocando stati infiammatori. In tal caso il consiglio è di esporsi al sole per almeno 15-20 minuti al giorno o assumere integratori di vitamina D. In conclusione al celiaco non basta eliminare il glutine dal proprio regime alimentare, ma occorre riparare la parete intestinale assumendo vitamina D e probiotici.

 

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