Dipendenza da caffeina: come riconoscerla e cosa fare

Il caffè è divenuto una bevanda che fa parte della nostra vita quotidiana, capace di dare la giusta carica al mattino, dopo pranzo, nelle pause di lavoro, durante un incontro al bar con gli amici. Bevuto con moderazione può apportare benefici al nostro organismo, ma se esageriamo può creare dipendenza e a apportare effetti collaterali, sia in caso di dosi eccessive che se ci asteniamo dal bere.

Se per un lungo periodo assumiamo più di cinque tazze al giorno di caffè possiamo diventare dipendenti dal caffè, in quanto innalza i livelli di dopamina, che produce una sensazione di piacere per l’organismo, ma causando necessità di assumere caffeina. Bere troppi caffè può aumentare la pressione arteriosa, renderci nervosi e irritabili, causare stati di ansia, disturbi del sonno o ulcere nello stomaco nei casi più gravi.

Quando viene allora a mancare una certa dose di caffeina l’individuo inizia a sperimentare emicrania, dolori muscolari, sonnolenza, difficoltà di concentrazione, agitazione, irritabilità ed affaticamento, cioè una vera e propria sindrome di astinenza. La durata di questi sintomi può oscillare dalle 12 alle 24 ore e può andare avanti fino a una settimana. A livello fisiologico vi possono essere invece disidratazione, cefalea cronica, carie dentali, aritmia, tachicardia, vomito, nausea, disturbi gastrici, spossatezza.

La prima cosa da fare è ridurre drasticamente il consumo di caffè con una buona dose di volontà. Bisogna prepararsi psicologicamente ad affrontare l’astinenza e a rinunciare alla carica di energia che suscita. Basti pensare ai vantaggi che apportiamo all’organismo assumendo meno caffè, come la riduzione della pressione arteriosa, rafforzamento delle ossa, miglior salute del fegato e miglior riposo notturno.

Inoltre potrebbe essere utile sostituire il caffè con altre bevande più salutari. Bevete più acqua, il tè verde o dell’acqua frizzante, ma evitate le bibite gassate e zuccherate, perché molte di queste contengono caffeina.

 

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