Carenza da ferro: rischi, sintomi e cosa mangiare

Una persona su quattro soffre di anemia da carenza di ferro che ogni anno causa la morte di oltre 800.000 persone nel mondo. Può essere spia di comuni malattie croniche e peggiorarne i sintomi, ma molto spesso viene sottovalutato dagli stessi medici. Sebbene basti un esame del sangue per individuarla, viene indagata soltanto in un caso su tre.

Presente anche nei bambini, l’anemia da carenza da ferro aumenta negli over 6. In particolare, oltre due milioni di anziani con malattie croniche respiratorie, cardiache e intestinali presentano bassi livelli di ferro. “I medici tendono a considerare il fenomeno un disturbo ‘banale’, a meno che i livelli di emoglobina non arrivino a livelli allarmanti”, spiega Francesco Perticone, presidente della Simi all’Ansa. “Negli ultimi anni invece – prosegue – si sta osservando che la carenza di ferro nell’anziano rappresenta non solo un fattore predittivo delle malattie croniche, ma ne aggrava anche il decorso”, aumentando il rischio di mortalità e riospedalizzazione.

Una dieta ricca di ferro è il primo consiglio che viene dato alle persone che soffrono di carenze. Quindi via libera a carni rosse magre, al consumo di pesce come salmone, tonno e merluzzo, abbinare verdura, legumi e cereali con alimenti ricchi di vitamina C (peperoni, agrumi, pomodori, broccoli e cavoli), vitamina A (zucca, carota, tuorlo d’uovo) e cisteina (pesce e carne in genere. Inoltre è consigliabile evitare di assumere a distanza ravvicinata bevande come tè, caffe e cacao, perché riducono l’assimilazione del ferro e non abbinare nello stesso pasto alimenti ricchi di ferro con latte e derivati, perché ne riducono l’assorbimento.

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