La Pasqua è stata vissuta con molto riserbo da parte degli italiani, gli aumenti dei prezzi di tutto il settore food si sono fatti sentire con percentuali oltremodo esorbitanti.

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Cia-Agricoltori Italiani hanno fatto sapere che la Pasqua 2022 appena conclusa è stata la più alta degli ultimi anni se si considerano i prezzi spesi dagli italiani per imbastire le tavole di abitazioni private e ristoranti.
Doveva essere la prima vera festa trascorsa all’insegna dell’armonia familiare dopo i due anni di Pandemia e le restrizioni imposte a livello nazionale per limitare i contagi legati al Covid.
Però su molti è pesato l’incubo degli aumenti stellari del comparto food che l’emergenza internazionale della guerra Ucraina-Russia ha sollevato negli ultimi mesi, con ricadute pesanti anche nel comparto food e wine.
Ina Pasqua quindi trascorsa con parsimonia e sobrietà, per non dare fondo ai portafogli già troppo dilapidati da questi tempi già così anomali e poco propizi.
Cia-Agricoltori Italiani lanciano l’allarme, mai visto prima: cifre da record
Lo scontrino del pranzo di Pasqua è costato ben un +10% per la spesa prevista per il carrello alimentare che in Italia si è attestata a 1,2 miliardi di euro a causa dei diffusi rincari dei prezzi al consumo.

I due enti Cia-Agricoltori Italiani hanno fatto sapere che a fare la differenza sono stati gli aumenti di frutta (+8%) e verdura (+17%) senza dimenticare quelli di pasta (+12%) e carne (+6%), farina e burro rispettivamente il +10% e il +17% rispetto a un anno fa.
Nonostante questo però, protagonisti indiscussi delle tavole nostrane sempre i piatti tradizionali del territorio, scelti nell’80% dei casi, a partire dall’agnello di cui ne sono stati consumati circa 4,5 milioni di kg, vale a dire quasi la metà (pari al 40%) del consumo annuo complessivo di carne ovina.
Ovviamente immancabili anche le uova al cioccolato di cui ne sono stati comprate oltre 300 milioni, con un costo complessivo del +4% rispetto solo ad un anno fa.

Una festa cristiana della rinascita quindi molto povera visti gli aumenti ma pur sempre all’insegna della convivialità dove ha regnato la cucina povera e locale, composta da piatti leggeri e ricchi di storia diffusa di generazione in generazione.
Quasi un ritorno alle origini, in cui il lusso sfrenato a favola ha lasciato il posto al meno ma gustoso.