Clima impazzito: la vendita di gelati a quote record

Il 2018 è stato uno degli anni più caldi dal 1800, una condizione climatica che ha fatto registrare una decisa impennata nella vendita di gelati. Questa tendenza al rialzo ha spinto a consumare gelati anche fuori stagione, arrivando ad un consumo medio annuo di 6 kg a testa per ogni italiano.

In epoca moderna la storia del gelato risale alla prima metà del 500 nella corte medicea di Firenze con l’introduzione stabile di sorbetti e cremolati in occasione di feste e banchetti, ma l’apertura della prima gelateria a New York risale al 1770 grazie all’imprenditore genovese Giovanni Bosio. Da allora la corsa del gelato non si è più fermata.

Non solo aumenta il consumo di gelato ma anche il numero di imprenditori che decidono di investire sulle gelaterie: in Italia si contano 40.000 gelaterie che offrono lavoro ad oltre 150mila addetti e richiede l’utilizzo di 220mila tonnellate di latte, 64mila di zuccheri, 21mila di frutta fresca e 29mila tonnellate di materie prime. Ad essere preferito è di gran lunga il gelato artigianale nei gusti storici anche se cresce la tendenza nelle diverse gelaterie ad offrire “specialità della casa”: esterofilo, naturalista, dietetico o vegano. “Va per questo sottolineata – sottolinea la Coldiretti – l’importanza della frutta e del latte freschi italiani nella preparazione del vero gelato dove purtroppo rischiano di prevalere surrogati di bassa qualità. Da segnalare negli ultimi anni il boom delle agrigelaterie che garantiscono la provenienza della materia prima dalla stalla alla coppetta con gusti che vanno dal latte di asina a quello di capra fino alla bufala.

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