Coronavirus, ristoranti chiusi a Milano: la reazione di Maresca

La paura del Coronavirus è forte e sempre più diffusa: i ristoranti a Milano sono in piena crisi, arriva la reazione di Salvatore Maresca

Coronavirus ristoranti Milano
Coronavirus, ristoranti in ginocchio a Milano

Coronavirus, la paura si diffonde sempre più. La popolazione è entrata in quella che si può definire una vera e propria psicosi. A risentirne, in primo luogo, strutture ricettive come ristoranti e bar. Così, ecco che nelle ultime ore è spuntata fuori una notizia abbastanza rilevante: un’associazione con 70 indirizzi che resteranno aperti a Milano nonostante la paura del coronavirus. Ci sarà da fare attenzione, certo, ma non si può bloccare tutto. Non si può e non si vuole fermare l’economia e perdere tutto ciò che di buono è stato prodotto finora al servizio del pubblico.

Ristoranti aperti a Milano contro la paura del Coronavirus

Abbiamo assistito a un po’ di tutto negli ultimi giorni: mascherine ovunque, aumento dei prezzi del disinfettante e assalto ai supermercati. Ma se c’è qualcuno che veramente sta soffrendo per questa situazione, questi sono gli imprenditori. Persone che hanno investito capitali, impegno, dedizione e lavoro nella propria attività che adesso viene messa in ginocchio da un virus. Beppe Sala, sindaco di Milano, nelle ultime ore ha invitato la popolazione a “scongiurare atteggiamenti che possano generare eccessivo allarme”. Così, Salvatore Maresca, imprenditore e owner dei due ristoranti Muu Muzzarella a Milano, con 70 ristoratori milanesi che prendono il nome dell’Unione dei Brand della Ristorazione Italiana, ha colto l’appello del sindaco dimostrando di aver voglia di fare e di uscire da questa situazione nel più breve tempo possibile. Il patron di Muu sostiene che l’imprenditoria locale vuole far sapere che non si arrende. Il settore della ristorazione, nei luoghi maggiormente colpiti dal Coronavirus, ha bisogno proprio di questo: di un segnale forte. Maresca esprime, dunque, la sua volontà di tenere aperti i ristoranti per combattere l’idea stessa che Milano sia una città spenta. Inoltre, annuncia: “Procedure sanitarie ancora più stringenti e devolveremo un sostegno economico ai volontari, che prestano servizio in associazioni riconosciute”.

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