Gli studenti sono i più salutisti a tavola

Gli studenti sono la classe sociale maggiormente attenta all’alimentazione, sempre più consapevoli dei cibi che fanno bene alla salute e quelli che sarebbe meglio evitare. Secondo un sondaggio condotto da Sodexo su 4000 studenti in Italia, Cina, Stati Uniti, Spagna, Regno Unito e India, l’87% dei giovani sottolinea l’importanza di alimentarsi in maniera sana. I più salutisti sono gli studenti cinesi: il 90% di loro non può fare a meno dei cibi alleati della salute.

Il 57% degli studenti italiani preferisce portare il pranzo al sacco da casa e solo l’1% non si cura di ciò che mangia. Ma ai fornelli i giovani risultano pigri: solo il 30% vorrebbe imparare a cucinare, contro il 39% degli indiani e il 42% degli americani. Inoltre un pasto diventa un momento peculiare della giornata e del proprio stile di vita: pur di non saltare un pasto gli italiani sarebbero pronti a fare meno di un hobby o ad uscire con gli amici.

“Negli ultimi anni è cresciuta la consapevolezza, soprattutto nei più giovani, che alimentarsi in modo sano è un importante investimento a lungo termine per il mantenimento di un buono stato di salute”, spiega Paola Palestini, Professoressa di Biochimica, coordinatore del master ADA Alimentazione e Dietetica Applicata e membro del Presidio della Qualità Didattica presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca (fonte Ansa) –. Questa nuova consapevolezza non è solo italiana, come ci si potrebbe aspettare in quanto culla della dieta mediterranea e di una biodiversità agricola di alta qualità, ma è presente, anche se in percentuali minori, in paesi dove questi presupposti sono poco presenti come USA e Inghilterra… Quello che mi ha sorpreso in questo sondaggio, è che gli studenti cinesi sono quelli a cui maggiormente interessa mangiar sano e cercano cibi a basso contenuto calorico, prodotti equo-solidali, di origine locale e sostenibili”.

A gran sorpresa oltre metà degli studenti cinesi vanno in cerca di prodotti a basso contenuto calorico, di origine locale e di prodotti equo-solidali. Sono perfino disposti a pagare di più per queste tipologie di cibo e per piatti a basso contenuto calorico, mentre gli studenti indiani pagherebbero di più per opzioni vegetariane o vegane o per un’insalata e gli studenti italiani per cibi di origine locale.

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