I ricercatori della Johns Hopkins Medicine sono stati chiari in merito. L’importanza di questa bevanda è confermata e sicura contro molti scompensi dei reni e non solo.

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L’University of South Australia stima che al mondo se ne bevano oltre 3 miliardi al giorno. Non sono però gli italiani quelli che hanno il primato assoluto: pare infatti che i finlandesi ne consumino circa 12 kg all’anno contro i nostri 6 kg pro capite.
Parliamo ovviamente del caffè, di cui però ben l’80% degli italiani lo beve tutti i giorni più volte al giorno a differenza di molte altre popolazioni.
Si dovrà attendere ancora un po’ perchè “Il caffè espresso italiano tra cultura, rito, socialità e letteratura nelle comunità emblematiche da Venezia a Napoli” venga considerato patrimonio immateriale dell’umanità.
Nel frattempo però sono sempre di più gli studi che certificano le proprietà benefiche di questo oro nero dell’epoca moderna e le sue virtù nel prevenire malattie e disfunzioni fisiche anche invalidanti.
Ad esempio l’ultimo studio del Rush University Medical Center di Chicago ha condotto una ricerca che spiega la forte correlazione tra caffeina e cannella nel riattivare l’attività motoria e neurologica.
I ricercatori della Johns Hopkins Medicine sono però andati oltre, e nel rapporto pubblicato pochi giorni fa spiegano anche che il caffè è responsabile della riduzione dei danni renali. Non ci credete? Vediamo lo studio nel dettaglio.
Una tazzina di caffè al giorno salva la vita, ecco perchè
Il consumo di caffè continuo tutti i giorni porta ad un lunghissimo elenco di benefici per la salute. Non solo previene malattie croniche e degenerative, incluso il minor rischio di sviluppare diabete di tipo 2, ma anche problemi cardiovascolari ed epatopatie.
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La caffeina è però un toccasana anche per i reni, riduce infatti le probabilità di danno renale acuto rispetto a coloro che non consumano la bevanda.
L’indagine, pubblicata sulla rivista Kidney International Reports da un team di ricerca della Johns Hopkins University School of Medicine di Baltimora, negli Stati Uniti, ha indicato un rischio di danno renale acuto del -15% nelle persone che consumano una qualsiasi quantità di caffè ogni giorno.
Addirittura del -22% nel gruppo che beveva dalle due alle tre tazzine di caffè al giorno. Cosa si intende per danno renale acuto? Si intende un “accumulo di prodotti di scarto nel sangue, rendendo difficile per i reni mantenere il corretto equilibrio idrosalino del nostro organismo”.
I sintomi possono variare molto ma tra i più comuni una ridotta escrezione di urina, gonfiore alle gambe e alle caviglie e intorno agli occhi, fatica, confusione, nausea, vomito, dolore al petto, fiato corto. Ma nei casi peggiori anche convulsioni e coma.
I ricercatori si sono basati per le loro analisi sui dati dell’Atherosclerosis Risk in Communities Study. Ovvero un’indagine attualmente in corso sulle malattie cardiovascolari negli USA, valutando le informazioni cliniche di 14.207 adulti con un’età media di 54 anni.
I pazienti coinvolti sono stati intervistati 7 volte nell’arco di 24 anni sul numero di tazzine bevute durante la loro giornata tipo (quindi zero, una, due, o più). Nel periodo di indagine sono stati registrati 1.694 casi di danno renale acuto.
Il professor Parikh, intervistato sullo studio, ha spiegato che “la caffeina permette di inibire la produzione di molecole che causano squilibri chimici e l’uso di troppo ossigeno nei reni”.
Resta però cauto e mette le mani avanti: “Forse la caffeina aiuta i reni a mantenere un sistema più stabile. Ma per definire esattamente i possibili meccanismi protettivi del consumo di caffè sui i reni, soprattutto a livello cellulare, saranno necessari ulteriori studi”.

Noi però ci fidiamo dello studio e per sicurezza preferiamo berci un ottimo caffè amaro tutte le mattina appena alzati. Magari con qualche biscotto inzuppato dentro.