Russia, Burger King lascia il Paese ma il gestore locale della catena rifiuta di chiudere

Nel corso degli ultimi giorni sono state moltissime le multinazionali che hanno abbandonato la Russia come sanzione diretta contro i crimini di guerra commessi da Putin ai danni dell’Ucraina.

Burger King Russia lascia Paese problemi burocratici
Burger King Russia (Heorshe AdobeStock)

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Sono giorni frenetici ormai da tre settimana per tutta l’economia internazionale impazzita dopo lo scoppio dalla guerra tra Russia e Ucraina.

Tra sanzioni economiche imposte dall’Europa e boicottaggio delle merci che giungono verso il Paese sovietico, hanno provato a sabotare l’attacco russo anche note catene alimentari di fast food che tanto sono diffuse proprio nello stato.

Una mossa quella di chiudere temporaneamente le proprie sedi che ha sollevato malumori e dissensi ma che potrebbe essere uno dei tanti stratagemmi per svoltare la situazione ormai inarrestabile.

L’annuncio è arrivato a catena dopo quello lanciato da Ikea: da McDonald’s, Starbucks, Coca Cola e Pepsi fino a Burger King che per ultimo ieri ha scelto di interrompere le vendite dirette in Russia.

Peccato che a differenza delle altre catene, il gestore di 800 ristoranti Burger King in Russia ha “rifiutato” di chiuderli dopo l’invasione dell’Ucraina. Cos’è accaduto, vediamolo insieme.

Burger King chiude temporaneamente in Russia

Restaurant Brands International, la holding proprietaria della catena di fast food Burger King, ha spiegato di aver chiesto al suo partner locale in Russia, tale Alexander Kolobov, di chiudere i battenti ma lui “ha rifiutato di farlo”.

Burger King Russia lascia Paese problemi burocratici
Lavoratori di una catena Burger King di San Pietroburgo (Instagram)

Non si tratta affatto della prima compagnia occidentale che si trova invischiata nel bel mezzo di contratti complicati che implicano sempre maggiori difficoltà burocratiche per poter lasciare il Paese.

Il presidente della compagnia RBI David Shear in una lettera al personale ha fatto sapere che la società era nel bel mezzo della liquidazione della sua partecipazione del 15% nel business e che quindi questo “NO” ha complicato non poco le cose.

Ricordiamo che invece McDonald’s a differenza di altre realtà in franchising come KFC, Burger King e Pizza Hut, è proprietaria all’84% delle sedi russe dunque può operare come meglio crede a differenza di queste altre altre catene.

Al momento Restaurant Brands ha smesso di sostenere la catena di approvvigionamento nel Paese, le operazioni e il marketing promozionale, inoltre ha già confermato che rifiuterà anche nuove proposte di investimento ed espansione in Russia.

Dovremmo attendere, si spera, la fine della guerra per riaggiornare i rapporti interni tra le multinazionali americane ed europee con le catene locali in gestione sul territorio russo.