La notizia è rimbalzata su tutte le maggiori testate nazionali come un fulmine a ciel sereno. Si tratta di un’azienda conosciuta in tutto il Paese.

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI DI OGGI:
- Sabrina Salerno svela la dieta per rimettersi in forma, il suo segreto per combattere le “voglie” a tavola
- Ricotta vegana di mandorle, una vera tentazione pronta in pochi minuti
- Supermercati, ritirate a causa di batteri pericolosi: “Le mangiamo tutti e c’è preoccupazione”
Fratelli Beretta è una realtà molto conosciuta a livello nazionale, attiva fin dal 1812 a Barzanò nel brianzolo, e da lì anno dopo anno ha avuto l’exploit che tutti hanno avuto modo di ammirare.
Oggi il salumificio milanese però è indagato per frode fiscale e la Guardia di Finanza di Lecco ha eseguito un sequestro da 4 milioni di euro nei loro confronti emesso dal pm di Milano, Paolo Storari, che ha portato alla luce il presunto utilizzo di cosiddetti “serbatoi di manodopera“.
Dal 2015 Beretta avrebbe esternalizzato il lavoro avvalendosi di cooperative che non versavano i contributi previdenziali.
Sembra infatti che la società dal 2015 abbia esternalizzato il lavoro avvalendosi di cooperative che non versavano i contributi previdenziali imposti dall’Inps. Un modo dunque messo in atto per aggirare il fisco e non versare l’Iva.
Lo stesso sistema, ancora una volta emerso dalla indagini di Storari, era stato adottato anche da altri due gruppi, Cegalin-Hotelvolver che si occupa di servizi di pulizie negli alberghi, e Dhl Supply Chain Italy spa, società del colosso della logistica.
Indagati in questa indagine il rappresentante legale del gruppo Vittore Beretta (78 anni) e anche la società che non può chiamarsi fuori da tale responsabilità amministrativa.
Oltre alla somma sequestrata a Beretta è stato disposto un nuovo sequestro di 9 milioni di euro a carico delle cooperative coinvolte.
Dall’azienda, che si è immediatamente resa disponibile a collaborare con l’autorità giudiziaria, si difendono: “Siamo consapevoli della correttezza del nostro operato e attendiamo con fiducia tutte le verifiche e gli approfondimenti ritenuti necessari da parte degli inquirenti e si augura una rapida valutazione delle buone ragioni della nostra società“.
Beretta nel mirino, proseguono gli accertamenti del pm
Sono moltissimi gli operai di Trezzo sull’Adda interrogati in queste ore (circa trenta) sul caso Beretta che ammettono di non aver mai ricevuto ordini dai capi cooperativa ma solo formalmente dall’azienda.

Inoltre sul decreto firmato dal gip predisposto alle indagini Tommaso Perna, è emerso un “sistema fraudolento finalizzato alla somministrazione di manodopera a basso costo in regime di concorrenza sleale e in evasione d’imposta“.
Tra gli indagati, oltre a Vittore Beretta, anche Fabrizio Cairoli, amministratore del Consorzio Lavoro Più Società Cooperativa e di In.Job Società Consortile.
Cairoli, gioco forza, era già finito al centro dell’inchiesta simile sulla Spreafico Spa, colosso nel settore del commercio all’ingrosso di frutta e verdura. Infatti Storari sarebbe partito proprio da questo fascicolo ancora aperto per risalire al caso Beretta oggi in essere.
Sempre il gip chiarisce che dalle dichiarazioni dei lavoratori “emerge con chiarezza che gli stessi, pur avendo cambiato formalmente più volte datore di lavoro hanno però continuato a prestare nel tempo la loro opera negli stessi luoghi di lavoro” (per la Fratelli Beretta).

Staremo a vedere nelle prossime settimane come proseguirà il caso, quel che è certo è che la produttività aziendale potrebbe subire dei rallentamenti significativi sul mercato nazionale. Sono molti ora ad interrogarsi sul futuro dei lavoratori nelle cooperative.