Storia e leggenda della colomba di Pasqua

La colomba è un dolce tipico della tradizione di Pasqua. E’ di origine lombarda, anche se ormai è diffusa in tutta Italia, e la sua storia risalirebbe a molti secoli fa, precisamente all’epoca dei Longobardi. Ma come tanti altri celebi dolci anche la colomba pasquale è circondata da miti e leggende che meritano di essere conosciuti.

STORIA

Di certo è divenuto un prodotto di largo consumo all’inizio del XX secolo presso le strutture della ditta Motta, quando il direttore della pubblicità Dino Villani avanzò una proposta vincente. L’obiettivo era di sfruttare i macchinari per la produzione di panettoni anche nei mesi successivi e, con le medesime procedure di preparazione, nacque un “panettone a forma di colomba”, che divenne famosa grazie alla fama già consolidata dei panettoni del marchio lombardo.

TRADIZIONE

La forma di colomba è di origine cristiana. Questo volatile è da sempre considerato simbolo di pace e compare in molti episodi delle Sacre Scritture. Ad esempio nell’Arca di Noè, nella Risurrezione di Gesù ed è rappresentazione dello Spirito Santo, della speranza e della salvezza.

LEGGENDE

Secondo una prima interpretazione la colomba risalirebbe al VI secolo, quando al re longobardo Alboino, dopo l’assedio alla città di Pavia, ricevette in dono un pane dolce a forma di colomba alla vigilia di Pasqua del 572. Un’altra leggenda risale al 600, quando San Colombano, insieme ai suoi monaci, fu invitato alla corte della regina longobarda Teodolinda. Questi  rifiutarono un lauto pasto a base di carne per penitenza e, per evitare che la regina si offendesse, avrebbe quindi trasformato le pietanze servite in pani bianchi e candidi, dalle tipiche forme della colomba. La terza leggenda è legata alla battaglia di Legnano (1176), vinta dalla Lega dei comuni lombardi contro Federico Barbarossa. L’idea del dolce sarebbe nata ad un condottiero del Carroccio che per celebrare la vittoria fece confezionare dei pani speciali in omaggio alle tre colombe che durante la battaglia avevano “vigilato” sulle insegne lombarde.

 

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