Il ritorno a scuola porta sempre emozioni. Per i bambini celiaci, oltre ai quaderni e agli amici, c’è anche la preoccupazione della mensa.
Immagina di essere un bambino che deve affrontare il primo giorno di scuola. L’agitazione c’è già di suo: compagni nuovi, maestre, libri da scoprire. Se però sei celiaco, a tutto questo si aggiunge un pensiero in più: la mensa.
Quel momento che per tanti alunni è solo pausa e chiacchiere con gli amici, per chi non può mangiare glutine rischia di diventare un ostacolo, un momento di tensione.
Ricomincia la scuola: ecco cosa dovranno aspettarsi gli studenti celiaci
Sono più di 34mila i bambini e ragazzi italiani che ogni anno si trovano in questa situazione. La legge li tutela da vent’anni, perché nel 2005 l’Italia ha riconosciuto ufficialmente la celiachia come malattia sociale, dando diritto a pasti senza glutine nelle mense pubbliche.
Sembra normale oggi ma fino ad allora non c’era alcuna garanzia: tanti studenti si ritrovavano esclusi o costretti a portarsi qualcosa da casa, con tutto quello che ne consegue in termini di differenze e isolamento.
Oggi i dati del Ministero della Salute raccontano un quadro molto diverso: oltre 35mila mense, di cui quasi 25mila scolastiche, forniscono pasti senza glutine a chi ne fa richiesta. Significa che, almeno sulla carta, i ragazzi celiaci possono sedersi a tavola con i compagni senza preoccuparsi troppo.
La presidente dell’Associazione italiana Celiachia, Rossella Valmarana, lo dice chiaramente: l’Italia è un esempio europeo in questo senso. Certo non mancano i casi in cui il servizio non è gestito come dovrebbe, ma l’Aic interviene subito per garantire che la legge venga rispettata.
L’importanza della mensa per gli alunni che soffrono di celiachia
Quello della mensa non è un extra, è un momento sociale, di condivisione. Non si tratta solo di “sfamarsi”, ma di sentirsi parte del gruppo.
Per questo motivo l’associazione ha deciso di affiancare alla legge anche alcuni progetti pensati proprio per la scuola.
Uno si chiama “In fuga dal glutine”: è rivolto ai più piccoli e usa favole, giochi e quaderni per spiegare cos’è la celiachia e soprattutto per trasformarla in occasione di conoscenza e rispetto delle diversità. In parallelo c’è un percorso formativo per gli insegnanti, così che sappiano gestire eventuali difficoltà e possano affrontare il tema in classe senza tabù.
“A scuola di celiachia”: un progetto per i ragazzi iscritti all’istituto alberghiero
Il secondo progetto, “A scuola di celiachia”, riguarda invece i ragazzi degli istituti alberghieri. Qui il fine è quello di insegnare ai futuri ristoratori cosa significhi cucinare e servire un pasto sicuro per un celiaco. Non si tratta solo di ricette senza glutine, ma di attenzione dalle contaminazioni in cucina fino al servizio in sala.
In fondo il senso è tutto qui: fare in modo che il glutine non diventi un muro, ma un tema da conoscere e rispettare. La scuola, che è il primo luogo in cui impariamo a stare insieme agli altri, deve essere anche il posto dove nessuno si sente escluso per quello che può o non può mangiare.
