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Bere vino rosso previene malattie cardiovascolari

In Toscana sono stati ritrovati reperti fossili di tralci di vite risalenti a 2 milioni di anni fa e molti ritrovamenti archeologici attestano che la vite cresceva spontanea già 300 mila anni fa. Secondo alcuni studi recenti i primi degustatori di vino risalgono all’epoca del Neolitico e quasi sicuramente la scoperta avvenne in modo casuale, dovuta a fermentazione naturale avvenuta in contenitori dove gli uomini riponevano l’uva. È comunque accertato che la produzione su larga scala di vino è iniziata tra il 4100 e il 4000 a.C.

Questa bevanda alcolica è quindi da ritenersi la più antica della storia dell’umanità ed è un vero medicinale naturale se consumato con la dovuta premura e parsimonia. Secondo la scienza moderna una modica quantità di vino durante il pasto apporta effetti positivi soprattutto nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Il vino rosso ha un effetto antiossidante e alcuni polifenoli contenuti in esso contrastano la formazione delle cellule di grasso, specie quello che si accumula nel fegato. Inoltre il vino contiene acido ellagico, quindi ha grandi proprietà antinfiammatorie, aiuta a dimagrire e a tenere sotto controllo la linea.

Il vino rosso è inoltre ricco di resveratrolo, una molecola capace di proteggere le cellule umane dai danni genetici. Il resveratrolo , secondo molti studi, ha la capacità di migliorare l’efficienza cellulare, potenziando l’attività dei mitocondri, cioè di quelle “centraline energetiche” che si trovano nelle cellule.

Il vino contiene anche altri elementi importanti dal punto di vista della nutrizione, come ad esempio gli zuccheri e i sali minerali (in misura di circa 2 grammi per litro) oltre a lieviti, enzimi e fermenti. A piccole dosi, inoltre, l’alcol può avere un’azione tranquillante e ridurre la fame nervosa. Un bicchiere di vino aiuta anche a migliorare la digestione, perché il suo sapore gradevole e l’alcol stimolano la secrezione gastrica e intestinale.