Dieta+antinfiammatoria%3A+vantaggi+e+cosa+mangiare
checucinoit
/dieta-antinfiammatoria-vantaggi-e-cosa-mangiare/amp/
Diete

Dieta antinfiammatoria: vantaggi e cosa mangiare

La dieta antinfiammatoria è un regime alimentare che, negli ultimi anni, sta guadagnando un grande successo.

Il motivo è legato al suo essere utile ai fini della prevenzione di evenienze come lo stress ossidativo e di malattie come il diabete mellito di tipo 2.

Per comprenderne le peculiarità, è innanzitutto fondamentale informarsi su cosa sono i superfood.

Tra questi alimenti, caratterizzati da una concentrazione particolarmente elevata di nutrienti preziosi, ce ne sono diversi che possono essere inclusi in una dieta antinfiammatoria.

Tra questi è possibile includere l’avocado, frutto noto per la sua ricchezza in acidi grassi essenziali, lipidi buoni dalle proprietà antinfiammatorie e antiossidanti (diversi studi hanno portato alla luce anche la loro efficacia dal punto di vista antidepressivo).

Quali sono gli altri cibi che dovrebbero essere inclusi in una dieta antinfiammatoria? Scopriamoli nelle prossime righe.

Frutta e verdura

L’avocado è un frutto e, per questo, fa parte del novero degli alimenti che non dovrebbero mai mancare in una dieta antinfiammatoria. Lo stesso si può dire per la verdura, possibilmente fresca e di stagione.

Gli alimenti di origine vegetale sono ricchi di vitamine e altri fitonutrienti aventi un ruolo prezioso nei processi di controllo dell’infiammazione e dello stress ossidativo. Il consiglio degli esperti è quello di consumarne cinque porzioni al giorno, alternando colori e tipologie.

Lato nutrienti, tra i più efficaci troviamo la vitamina C, nota per i suoi effetti antiossidanti, ma anche i carotenoidi.

Un doveroso cenno va dedicato alle fibre che, tra i vari benefici, annoverano la capacità di tenere sotto controllo la velocità di assorbimento degli zuccheri nel sangue.

Si tratta di una proprietà che fa la differenza per la salute in quanto, in caso di eccesso di zuccheri, rischio sempre dietro l’angolo considerate le caratteristiche dell’alimentazione occidentale, si innescherebbe uno stato di infiammazione.

A causare quest’ultimo sono le cellule immunitarie, che vengono indotte a produrre citochine.

Cereali integrali

I cereali integrali, insieme con la frutta e la verdura, in virtù della presenza di fibre rappresentano un altro must nella dieta antinfiammatoria.

La loro assunzione contribuisce, se inclusa in una dieta equilibrata e in uno stile di vita sano, a mantenere il benessere del microbiota intestinale.

In caso di squilibri nutrizionali, infatti, si palesa il cosiddetto stato di disbiosi, non certo favorevole all’efficienza del sistema immunitario e alla lotta contro gli stati infiammatori.

Proteine di origine vegetale

Per evitare o ridurre al minimo l’assunzione di grassi saturi, che possono essere causa di infiammazione a causa dell’azione sui meccanismi dell’immunità innata, in una dieta antinfiammatoria è il caso di includere alimenti ricchi di proteine vegetali, legumi in primis.

Fonti di altri nutrienti preziosi – tra cui il ferro – hanno il vantaggio enorme della versatilità. Possono, infatti, essere utilizzati per numerosi piatti, dai primi ai secondi, o consumati sotto forma di farina per preparare dolci gustosi e salutari.

Dieta antinfiammatoria negli sportivi

Negli ultimi anni, si parla sempre di più di dieta antinfiammatoria nella nutrizione sportiva.

Il motivo è legato al fatto che, nel corso dell’attività fisica, in particolare degli sport di endurance, si può apprezzare, da parte dell’organismo, la produzione di radicali liberi conosciuti come ROS – specie reattive dell’ossigeno – che possono procurare danni ai muscoli.

Alla luce di ciò, è cresciuto l’interesse relativo agli effetti della supplementazione di antiossidanti. A tal proposito, però, c’è un dibattito in corso in seno alla scienza: c’è chi parla di questa abitudine come di una scelta non funzionale e poco foriera di benefici.

Come mai? Perché, in misura minima, i radicali liberi favoriscono l’adattamento del corpo agli sforzi richiesti durante l’allenamento.

C’è quindi una parte della comunità scientifica che richiede maggiori dati evidence-based relativi all’efficacia dell’assunzione di integratori di antiossidanti nel corso dell’attività fisica.