Attenzione al ghiaccio: si nascondono pericoli per la salute

Il ghiaccio che viene servito nei bar per refrigerare bibite e cocktail o quello che si produce in casa può essere potenzialmente pericoloso per la salute umana. Quello che potrebbe sembrare un alimento sterilizzato e sicuro in realtà può nascondere batteri nocivi. A lanciare l’allarme tempo fa è stato proprio l’Istituto nazionale per il ghiaccio alimentare (inga).

Secondo un’inchiesta della Bbc realizzata in Gran Bretagna nel 30% dei campioni di ghiaccio usato per raffreddare le bevande c’erano tracce di batteri fecali coliformi. In Europa la produzione di ghiaccio non ha alcuna normativa e l’Associazione Europea di categoria (European Packaged Ice Association) non si è mai fatta promotrice di alcuna iniziativa in tal senso.

Per questo motivo l’Inga ha pubblicato un manuale, approvato dal Ministero della Salute, che spiega il processo per realizzare il ghiaccio alimentare in maniera sicura. “Il nostro obiettivo – dichiara Carlo Stucchi, presidente di Inga – è quello di garantire qualità, sicurezza e tracciabilità sia per chi con il ghiaccio lavora, pensiamo ai baristi ad esempio, sia a chi ne fa uso, e dunque a tutti noi consumatori”.

Le conseguenze di un ghiaccio contaminato sono decisamente preoccupanti visto che il rischio è quello di ingerire sostanze tossiche o contrarre malattie. Il congelamento infatti non è garanzia di sterilità. “Il ghiaccio si definisce alimentare – prosegue Stucchi su Repubblica – se è preparato con acqua giudicata potabile dall’Ufficiale Sanitario e se alla fusione si traduce in un prodotto con le medesime caratteristiche. Il ghiaccio che non risponde a queste condizioni viene compreso sotto la denominazione di ghiaccio non alimentare o ghiaccio non commestibile”.

Fra le regole igieniche da seguire il manuale consiglia di tenere pulito il vano refrigerante che generalmente contiene anche cibo surgelato e le vaschette che vanno pulite prima di ogni utilizzo. L’acqua nelle vaschette va refrigerata portandola velocemente a -18°C. Una volta pronto  va conservato a -5/10°C in modo che si evitino rischi di scongelamento anche solo parziale creando le condizioni per lo sviluppo di microbi.

Le vaschette in cui si produce  vanno isolate dal resto delle cose conservate in freezer con un foglio di alluminio o appositi sacchetti. Inoltre  va consumato entro 6 settimane dalla preparazione. Se si toglie la vaschetta dal congelatore e si prelevano solo alcuni cubetti conviene scartare quello residuo e farne di nuovo. Infine se avete un tritaghiaccio, controllate che sia ben pulito.

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