Bistecca in ascesa: ma attenzione alla carne brasiliana

La bistecca registra un aumento dei consumi del 6% sulle tavole degli italiani, nonostante gli allarmismi e le campagne diffamatorie.

Nel 2018 gli italiani – sottolinea Coldiretti – hanno speso oltre 500 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente in bistecche e fettine di manzo. Si va sempre più alla ricerca di carne di qualità e made in Italy. Quasi 2 italiani su 3 (63%) sarebbero inoltre disposti a pagare di più per carne ottenuta rispettando al massimo il benessere degli animali.

Conoscere la provenienza e le caratteristiche specifiche dei diversi tipi di carne è diventato un valore aggiunto che arricchisce l’offerta enogastronomica nella ristorazione. “La carne italiana – spiega il presidente della Coldiretti Ettore Pransini – nasce da un sistema di allevamento che per sicurezza e qualità non ha eguali al mondo, consolidato anche grazie a iniziative di valorizzazione messe in campo dagli allevatori, con l’adozione di forme di alimentazione controllata, disciplinari di allevamento restrittivi, sistemi di rintracciabilità elettronica e forme di vendita diretta della carne attraverso le fattorie e i mercati di Campagna Amica”.

A confondere i consumatori gli esperimenti per ottenere la fettina in provetta, che trovano peraltro contrari ben 3 italiani su 4 (75%), all’abitudine di utilizzare in modo ingannevole nomi come bistecca per vendere prodotti a base vegetale che non hanno nulla a che fare con la carne. Ma a mettere a rischio la qualità della carne sono gli accordi commerciali promossi dall’UE a partire da quello con il Mercosur che apre la strada all’arrivo di 99mila tonnellate di carne bovina dal Brasile, protagonista del più grande scandalo mondiale sulla carne avariata. “Vale la pena ricordare – conclude Coldiretti – che il manzo refrigerato brasiliano si è classificato, per i casi di Escherichia Coli-Shigatoxin, nella top ten dei cibi più pericolosi per il numero di allarmi alimentari scattati in Italia nel 2018 secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Rassf”.

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