Carnevale: origini della festa, delle chiacchiere e consumi moderni

Tempo di Carnevale e in tutta Italia le chiacchiere recitano la parte del leone. 4 italiani su 10 le prepareranno in casa, in totale saranno consumati 12 milioni di chili di dolci tipici, per una spesa complessiva di 150 milioni di euro.

Secondo una indagine Coldiretti/Ixè nella settimana di Carnevale vengono consumati circa 12 milioni di chili di dolci tipici per una spesa complessiva attorno ai 150 milioni di euro. Il costo – precisa la Coldiretti – varia infatti dai 5 euro al chilo per le preparazioni casalinghe contro una spesa dai 15 ai 30 euro, con picchi anche di 65 euro per le diverse specialità in vendita nei forni e nelle pasticcerie. “I dolci fai da te sono peraltro preferiti dai bambini che – precisa la Coldiretti – stanno riscoprendo l’orgoglio di mostrare a scuola o nelle feste private l’abilità in cucina delle proprie mamme”. Per chi vuole essere attento al peso forma ricordiamo che in media una porzione di 50 grammi di frappe conta 235 chilocalorie, quindi un consumo moderato non ha effetti drammatici sulla dieta.

Le origini della festa e delle frappe

La festa ha antiche origini contadine e segnava il passaggio tra la stagione invernale e quella primaverile e l’inizio della semina nei campi che doveva essere festeggiata con dovizia. I banchetti carnevaleschi sono molto ricchi di portate perché, una volta in questo periodo si usava consumare tutti i prodotti della terra, non conservabili, in vista del digiuno quaresimale. “La leggenda – precisa la Coldiretti – racconta che le prime frappe siano nate ai tempi dell’antica Roma con il nome di “frictilia” ed erano realizzate con un impasto di farina e uova che veniva steso, tagliato e fritte nello strutto bollente e mangiato durante le feste, soprattutto nel periodo invernale”.

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