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Malattie del fegato: chi mangia carne è a maggior rischio

Le persone che mangiano molta carne, anche se si tratta di carne bianca o magra, sono più a rischio di malattie del fegato secondo una recente ricerca.

Uno studio ha scoperto che coloro la cui principale fonte di proteine ​​proviene da prodotti animali ha il 54% in più di probabilità di sviluppare una steatosi epatica non alcolica (NAFLD) rispetto a coloro che mangiano una dieta più a base di piante. La carne rossa in particolare è un’alta fonte di grassi saturi, che possono accumularsi nel fegato e causare l’insufficienza dell’organo. Gli esperti sperano che lo studio incoraggerà le persone ad adottare una dieta mediterranea ricca di pesce, cereali integrali e verdure.

La ricerca è stata condotta dal Centro medico universitario Erasmus MC di Rotterdam e guidata dal dott. Sarwa Darwish Murad, del dipartimento di gastroenterologia ed epatologia. La NAFLD descrive una serie di condizioni causate da un accumulo di grasso nel fegato che non è stato attivato dall’alcol. Circa una persona su tre nel Regno Unito ha le prime fasi della NAFLD, che è più comune in coloro che sono in sovrappeso o obesi, rivelano le statistiche del NHS. E la condizione colpisce in una certa misura il 15-20% degli americani, secondo il Cayuga Medical Center di Ithaca, New York.

Sebbene non sia particolarmente grave nelle sue fasi iniziali, la NAFLD può portare a gravi danni al fegato, tra cui la cicatrizzazione – nota come cirrosi – che può causare un’insufficienza epatica mortale.

Una dieta mediterranea è l’ideale per la salute

I risultati – pubblicati sulla rivista Gut – hanno rivelato che coloro che erano in sovrappeso e mangiavano la maggior parte delle proteine ​​animali avevano il 54% in più di probabilità di avere NAFLD rispetto a quelli che consumavano la minor quantità di proteine ​​animali.

La professoressa Shira Zelber-Sagi, responsabile dell’alimentazione, della salute e del comportamento dell’Università di Haifa in Israele – che non è stata coinvolta nello studio – ritiene che la ricerca dimostri l’importanza di una dieta a base vegetale per minimizzare il rischio di NAFLD. “La carne contiene grassi saturi, in particolare la carne rossa, che induce il fegato grasso”. E la carne lavorata, che è stata modificata per prolungarne la durata di conservazione o cambiare sapore, può causare infiammazioni e insulino-resistenza, che contribuiscono entrambe alla NAFLD, aggiunge il prof. Zelber-Sagi. La resistenza all’insulina impedisce all’organismo di rispondere all’ormone ipoglicemizzante, che può scatenare il diabete. Il professor Zelber-Sagi consiglia alle persone di limitare il consumo di carne rossa o lavorata e di optare per una dieta mediterranea.