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Olio di oliva, 2 bottiglie su 3 saranno prodotto straniero

Nel 2019 aumenteranno le importazioni di olio dall’estero a causa del crollo dei raccolti. Il risultato sarà che due bottiglie di olio di oliva su tre saranno un prodotto straniero.

Il rischio per i consumatori è che nelle bottiglie di olio, magari vendute sotto marchi italiani ceduti all’estero o con l’etichetta delle grande distribuzione si trovi olio straniero (tunisino, spagnolo o greco), peraltro favorito da etichette dove l’indicazione della provenienza è spesso illeggibile. L’anno scorso l’olio proveniente dalla Tunisia è raddoppiato e quest’anno potrebbe crescere ulteriormente.

“Con il crollo della produzione nazionale e l’aumento degli arrivi dall’estero è evidente il rischio di frodi e sofisticazioni a danno del vero Made in Italy che colpiscono i produttori agricoli e dei consumatori”, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “occorre difendere l’extravergine italiane nell’ambito dei negoziati internazionale dove l’agroalimentare italiano viene troppo spesso usato come moneta di scambio per interessi diversi”.

Oggi sulle confezioni – precisa la Coldiretti – è praticamente impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva dal 1° luglio 2009, in base al Regolamento comunitario N.182 del 6 marzo 2009. Per cercare di non incappare in olio straniero il consiglio è quello di diffidare dei prezzi troppo bassi, guardare con più attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori olivicoli o nei frantoi.