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Olio d’oliva a rischio. Il produttore lancia l’allarme

Un allarme sulla produzione di olio d’oliva, denunciato da un’associazione di categoria che avrà ripercussioni sull’intera filiera e sulle nostre tasche.

Olio d’oliva Credit Adobestock – Checucino

L’allarme arriva da Assitol l’Associazione Italiana dell’industria olearia aderente a Federalimentare e Confindustria. La contrazione del settore è legata a diverse cause, non ultime, quelle climatiche. L’Italia ha registrato un pesante calo produttivo, pari al 30% in meno di olio.

Il clima che l’olivo predilige è quello temperato mediterraneo con inverni miti. Questo è il motivo per cui cresce meglio nelle regioni del sud Italia. Prima la siccità e poi l’irregolarità con fenomeni climatici estremi hanno avuto come conseguenza il calo della produzione. Sebbene l’olivo resista alla basse temperature e alla siccità, le escursioni termiche di questi mesi sono state troppo repentine, passando troppo velocemente dal freddo al caldo e viceversa.

All’impollinazione dell’olivo contribuisce il vento che trasporta il polline di pianta in pianta. L’umidità e la pioggia non permettono lo scambio di polline e quest’ultimo finisce nel terreno senza fecondare la pianta.

Quale rischio corre l’olio d’oliva?

Albero di olivo Credit Adobestock – Checucino

Oltre al clima ha inciso anche la propagazione del batterio xylella che non è ancora definitivamente sconfitto e le cui conseguenze subiamo fino ai nostri giorni. A seguito di questo batterio sono stati piantumati degli alberi resistenti al batterio ma tutto il tempo trascorso ha inciso negativamente sulla produzione e quindi sulle scorte.

Il problema non è solo italiano il calo della produzione ha raggiunto cali della produzione fino al 50% in meno. Anche la Spagna, primo produttore di olio di oliva mondiale, ha subito un calo della produzione. Di conseguenza non è possibile far fronte alla domanda di olio acquistando dall’estero. Ben sappiamo che ad una diminuzione dell’offerta, mantendo lo stesso livello di domanda corrisponde un aumento del prezzo.

Olive Credit Adobestock – Checucino

Le previsioni per i prossimi mesi non è confortante: la siccità sarà presente sia nelle regioni italiane sia sulla Spagna, aggravando una situazione già precaria. Ciò che possiamo fare non è solo confidare in un clima più clemente ma anche evitare politiche commerciali che ricorrono al sottocosto che non farebbero altro che ridurre ulteriormente delle scorte di olio di oliva che sono insufficienti.