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Tonno in scatola: sfatiamo alcuni dei falsi miti

Il tonno in scatola è uno degli alimenti più consumati dagli italiani, che ne apprezzano il sapore, la praticità e la velocità di preparazione. Ma su questo alimento circolano troppo fake news.

L’Istituto Ixè per l’Osservatorio Nutrizione e Benessere promosso da Nostromo in collaborazione con ANDID, Associazione Nazionale Dietisti, ha effettuato una ricerca a campione rilevando le principali fake news che riguardano il tonno in scatola. Ad esempio molti pensano che non sia adatto alle donne in gravidanza e ai bambini in età prescolare, inoltre che contenga mercurio o altri metalli pesanti.

Come riportato dal Ministero della Salute, per le donne in età fertile, in gravidanza e allattamento e i bambini è consigliato il consumo di una porzione di 100 grammi alla settimana di pesce spada, squaloidi e luccio e 1-2 porzioni di tonno fresco. Il tonno in scatola è considerato prodotto altamente sicuro in quanto prima di approdare sulle nostre tavole passa attraverso un lungo iter di controlli e selezione.

Il consumatore deve però badare bene a scegliere prodotti di qualità e marchi affidabili che abbiano una politica produttiva trasparente, certificata e sostenibile. Anche un’etichetta ben visibile denota trasparenza. Delle 13 specie di tonno esistenti sono tre quelle che possiamo trovare in scatola: il tonnetto striato, il tonno pinna gialla e il tonno obeso. Queste sono considerate specie altamente migratorie e si trovano nelle acque tropicali dei tre oceani, soprattutto nelle seguenti zone FAO: Oceano Atlantico 31, 34, 41 e 47; Oceano Indiano: 51 e 57; Oceano Pacifico: 71, 77, 81 e 87.

Per quanto riguarda il tonno in scatola è preferibile scegliere quello in olio extravergine di oliva (EVO) che aggiunge le caratteristiche salutari degli acidi grassi monoinsaturi (oleico), polifenoli e vitamina E.