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Vino novello italiano: 2 milioni di bottiglie pronte per essere stappate

Da oggi arriva ufficialmente il vino novello made in Italy. La produzione 2018 è stimata in poco più di 2 milioni di bottiglie. Leggero e con bouquet aromatico il vino novello “deve le sue caratteristiche al metodo di vinificazione utilizzato messo a punto dal ricercatore francese Flanzy ed è fondato sulla fermentazione carbonica di grappoli integri di uve che vengono poi spremute a distanza di una decina di giorni per un vino delicato che di solito si attesta sugli 11 gradi ma che può raggiungere anche i 12”, ricorda la Coldiretti.

La produzione del vino novello in Italia è cominciata verso la metà degli anni ’70 ed è basato su uve Dop e Igp, passando da 17 milioni di bottiglie di dieci anni fa per poi scendere progressivamente sino ai circa 2 milioni attuali. “All’origine del calo di produzione – rileva la Coldiretti – c’è una serie di fattori, a partire dalla limitata conservabilità, che ne consiglia il consumo nell’arco dei prossimi 6 mesi fino alla tecnica di produzione, la macerazione carbonica, che è più costosa di circa il 20 per cento rispetto a quelle tradizionali. Ma soprattutto – spiega la Coldiretti – gli stessi vitigni che negli anni passati rappresentavano la base del novello vengono oggi spesso utilizzati per produrre vini ugualmente giovani, ideali per gli aperitivi, ma che non presentano problemi di durata. La tradizione vuole che l’apertura del vino novello si festeggi a San Martino l’11 novembre giorno in cui da sempre i contadini chiudono e fanno il bilancio di un anno di lavoro”.