Allerta plastica: alte concentrazioni nell’intestino umano e nel sangue

bottiglie in plastica

Stiamo tutti mangiando circa 73.000 minuscoli pezzi di plastica ogni anno attraverso il nostro cibo e bevande. Il rischio per le persone non è ancora noto, ma ci sono preoccupazioni che possano accumulare sostanze chimiche tossiche e le più piccole potrebbero entrare nel flusso sanguigno.

Le microplastiche sono particelle di plastica che misurano meno di cinque millimetri. Negli ultimi anni hanno raggiunto i titoli dei giornali, poiché lo smaltimentoinappropriato ha portato tonnellate di rifiuti a penetrare nell’oceano. Ogni anno, tonnellate di rifiuti di plastica non vengono riciclate e trattate correttamente, il che può significare che finiscono negli ecosistemi marini. Sebbene non sia chiaro esattamente come finiscono in acqua, le microplastiche possono entrare nell’organismo nella vita di tutti i giorni.

Mentre le più alte concentrazioni plastiche negli studi sugli animali sono state trovate nell’intestino, le più piccole particelle di microplastica sono in grado di entrare nel flusso sanguigno, nel sistema linfatico e possono persino raggiungere il fegato. Le feci di tutti e otto i volontari – che provenivano anche da Finlandia, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Polonia, Russia, Gran Bretagna e Austria – avevano centinaia di pezzi di plastica.

Questi stanno entrando inavvertitamente nella nostra bocca, intestino e feci mentre gli scienziati scoprono che un movimento medio giornaliero contiene 200 pezzi di microplastiche. I ricercatori hanno scoperto che l’acqua in bottiglia può essere una delle maggiori fonti di microparticelle, il che può mettere in pericolo la salute. Le microplastiche sono presenti in grandi quantità nei che mangiano spazzatura scaricata nel mare prima di farsi strada nei nostri piatti.

In media hanno trovato 20 pezzi di microplasici per dieci grammi di feci umane. La plastica è stata trovata in ogni campione di feci umane prelevato da partecipanti di tutto il mondo. Il ricercatore capo, il dott. Philipp Schwabl, dell’Università medica di Vienna, in Austria, ha dichiarato: “Questo è il primo studio nel suo genere. Ciò conferma ciò che sospettavamo da tempo, che la plastica alla fine raggiunga l’intestino umano.

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