Carne in scatola e bresaola tra le cause dell’emergenza climatica

Finiscono sul banco degli imputati la carne in scatola e la bresaola: prodotti che vengono importati dal Brasile. Ecco cosa sta succedendo

Carne in scatola
Carne in scatola e bresaola tra le principali cause dell’emergenza climatica

Bresaola e carne in scatola tra le cause dell’emergenza climatica: lo dice uno studio condotto da Milena Gabanelli e Simona Ravizza che dice tutta la verità sul preoccupante impatto dell’Europa, e in particolare dell’Italia, sulla deforestazione mondiale. Sappiamo bene, infatti, che dopo i combustibili fossili, tra le cause principali del cambiamento climatico c’è la deforestazione. E perché il mondo va sempre più verso la deforestazione? Perché non si riesce a cessare questo processo? In gran percentuale, il fenomeno della deforestazione è dovuto alla necessità di nuovi pascoli per la produzione di soia, olio di palma e carne. Tutti prodotti che vengono consumati a grandi linee in Europa, e in Italia soprattutto.

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Bresaola e carne in scatola: l’allarme

Perché dobbiamo preoccuparci per il consumo massiccio di bresaola e carne in scatola? E’ quello che viene riportato dal blog che Milena Gabanelli tiene sul Corriere della Sera. Stando a quanto si legge, l’Amazzonia è in grave pericolo proprio per la grande quantità di prodotti destinati all’importazione nei nostri paesi. Quello che è ancor più sconcertante, a tal proposito, è proprio il fatto che gli italiani sono i maggiori consumatori di carne bovina proveniente dal Brasile (25,4 mila tonnellate per 134,7 milioni di euro nel 2018); di cui 13 mila tonnellate, stando a quanto viene riportato, sarebbero state destinate proprio al Consorzio di Tutela della Bresaola della Valtellina IGP.

Il suddetto Consorzio ha anche già risposto alla Gabanelli. Nella nota non contestano in alcun modo l’importazione della carne, ma si legge: “I volumi di carne che il Consorzio importa dal Brasile, anche se la cifra di 13 mila tonnellate potrebbe sembrare ingente, corrispondono allo 0,2% del totale dei bovini da carne prodotti dal Paese sudamericano. Un quantitativo irrisorio, lungi dall’essere rappresentativo”. Infine, viene scritto nello specifico che “non esiste prova che la carne utilizzata per realizzare la Bresaola della Valtellina IGP provenga da allevamenti che pascolano in aree sotto l’embargo”.

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