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Cibo scaduto: non tutto va buttato, ti spieghiamo quale e fino a quando puoi mangiarlo

Che cosa è fondamentale sapere sul cibo scaduto e perché compiamo un grosso sbaglio ogni volta che lo buttiamo via. Potrebbe capitare questo infatti.

Una donna dà uno sguardo nel frigo (Foto Canva)

Il cibo scaduto rappresenta un problema davvero antipatico con il quale avere a che fare. Almeno una volta nella vita ci sarà capitato di accorgersi quando ormai era troppo tardi di avere questo o quel prodotto nascosto nei più reconditi angoli della dispensa.

Oppure avevamo totalmente rimosso dalla mente il fatto di avere lasciato qualcosa nel frigo. E magari solo un cattivo odore di cibo scaduto ha fatto si che ce ne ricordassimo. Questa cosa è veramente brutta e quando succede purtroppo si viene a creare uno spreco non solo in ambito alimentare ma anche per quanto riguarda i soldi spesi per acquistare quello specifico prodotto.

Però il cibo scaduto non sempre va buttato. Ci possono essere delle situazioni tali da potere comportare un vantaggio per noi, specialmente se si presentano certe specifiche condizioni. Intanto è bene sottolineare come sussista una differenza importante in termini di scadenza.

Cibo scaduto, si può mangiare in questi specifici casi

Diversi alimenti in un frigorifero (Foto Canva)

Esistono infatti due tipi ben distinti di diciture sulle etichette dei vari prodotti alimentari presenti in commercio. Abbiamo infatti:

  • da consumarsi preferibilmente entro il;
  • da consumarsi entro il.

Con la scadenza “preferibilmente” avremo sotto mano alimenti facilmente deperibili quali carne, pesce, latte ed uova c’è però un margine comunque molto ristretto in cui potere consumare gli stessi. In quei casi non si dovrà andare oltre il giorno indicato.

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E poi abbiamo la data di scadenza propriamente detta, nota anche come TMC, ovvero “termine minimo di conservazione“. E si ha un margine maggiore di tempo per poter consumare il cibo anche oltre quella data. Si andrà al massimo nella perdita di qualche caratteristica come il gusto o la consistenza, che perderanno un po’ di intensità.

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Più passa il tempo e più questa differenza si nota, così come avverrà un calo anche di quelle che sono le proprietà organolettiche. In base alla tipologia di alimento dovremmo sempre fare riferimento alle seguenti indicazioni:

  • latte: bisogna rispettare la scadenza indicata;
  • miele: non ha scadenza;
  • formaggio: bisogna rispettare la scadenza indicata;
  • pasta: dura entro i 24 mesi dopo la scadenza;
  • olio: dura entro gli 8 mesi dopo la scadenza;
  • succhi di frutta: durano entro i 6 mesi dalla scadenza;
  • biscotti: durano entro i 24 mesi dalla scadenza;
  • affettati e salumi: bisogna rispettare la scadenza indicata;
  • yogurt: dura entro 5 giorni dalla scadenza;
  • pesce in scatola: dura entro un mese dalla scadenza;
  • cioccolato: dura entro i 2 mesi dalla scadenza;
  • uova: bisogna rispettare la scadenza indicata;

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Queste indicazioni assumono valore se gli alimenti descritti vengono conservati come si deve. Nel caso di quelli che non vanno in frigo è necessario tenerli al chiuso in contenitori dotati di coperchio o di chiusura ermetica e di riporli alla lontana da fonti di calore dirette.