Gli snack fritti possono danneggiare la salute del nascituro

Le future mamme dovrebbero evitare di mangiare snack che sono stati cosparsi di olio vegetale, onde evitare di danneggiare la salute del nascituro.

Gli scienziati temono che l’acido linoleico, un grasso omega-6, possa danneggiare i bambini nell’utero dopo aver scoperto che causa gonfiore interno nei test sui ratti. Hanno avvertito che consumarne troppo può portare a “complicanze della gravidanza e scarso sviluppo dei bambini”.

L’olio vegetale, spesso usato per cucinare pizze, snack a base di patate e pane, è una delle maggiori fonti di acido linoleico, motivo per cui sarebbe opportuno evitare cibi grassi come pizzette e patatine fritte.

I ricercatori della Griffith University di Brisbane hanno somministrato ai ratti una dieta ricca di acido linoleico per 10 settimane. L’American Heart Association dice che gli adulti dovrebbero consumare ogni giorno tra le 100 e le 200 calorie dall’acido linoleico. L’acido linoleico è l’acido grasso polinsaturo predominante nella dieta occidentale, secondo i ricercatori dell’Università di Harvard.

La dottoressa Deanne Skelly e i suoi colleghi hanno quindi costretto i roditori ad accoppiarsi e hanno studiato i pericoli della dieta sulla loro prole. Hanno cercato eventuali cambiamenti all’interno delle madri e dei loro bambini e hanno esaminato i livelli di colesterolo e i livelli di proteine ​​infiammatorie.

I risultati hanno mostrato che i ratti nutriti con dosi eccessive di acido linoleico hanno dato alla luce prole con bassi livelli di ormoni che regolano la crescita, suggerendo che potrebbero avere problemi di sviluppo.

In un comunicato stampa, il team ha dichiarato che “questi cambiamenti possono comportare un aumento del rischio di complicazioni della gravidanza e un cattivo sviluppo dei bambini”. Commentando la ricerca, la dott.ssa Skelly ha dichiarato: “È importante che le donne in gravidanza considerino la loro dieta”. Le assunzioni dietetiche di acido linoleico sono aumentate drasticamente nelle popolazioni occidentali, incluse le donne in età riproduttiva.

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