Il formaggio fa male? Gli esperti rispondono

Quasi tutti amano un buon cheddar in un toast, una fetta di taleggio o un qualsiasi formaggio accompagnato dal pane e da un buon bicchiere di vino rosso. Ma spesso il formaggio viene associato al colesterolo, ai grassi e viene evitato nelle diete ipocaloriche (salvo quelli magri e non stagionati). La maggior parte dei tipi di formaggio contiene sale e grassi saturi, ma è anche ricca di proteine ​​e calcio, quindi qual è il verdetto?

Il formaggio ha i suoi lati negativi, ma ha in modo schiacciante più vantaggi, secondo molti esperti. Il calcio è importante per ridurre il rischio di osteoporosi e le proteine ​​sono necessarie per la sintesi e la riparazione dei tessuti. Il grasso saturo presente nel formaggio è più controverso in termini di ruolo nello sviluppo delle malattie cardiache. Ma il responso che giunge da ampi studi è che il formaggio è neutro, cioè non ha né un effetto positivo o negativo. Ovviamente senza mi esagerare con le quantità giornaliere.

La guida australiana per un’alimentazione sana raccomanda da due a tre porzioni di latticini al giorno (o quattro porzioni per le donne oltre i 50 anni), con un servizio equivalente a circa 40 grammi di formaggio. In America, quasi tutti mangiano formaggio, circa 34 chili a testa ogni anno. Un terzo degli australiani consuma formaggi, soprattutto formaggi a pasta dura, come il cheddar. L’unico aspetto negativo del formaggio è il suo alto contenuto di sale. Il formaggio può essere una parte sana della dieta, ma non tutti i formaggi sono creati uguali e non abbiamo bisogno di mangiare un’intera ruota di Brie in una sola giornata. Secondo alcune linee guida la quantità giornaliera giusta e da non oltre passare è di 40 grammi. Finora, non ci sono studi che mostrano che il consumo di formaggio è associato a malattie cardiache.

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