La cattiva alimentazione uccide più del tabacco

Secondo uno studio pubblicato su ‘The Lancet’ mangiare male uccide più del fumo. Gli scienziati lanciano un appello alle aziende coinvolte nella produzione alimentare.

Oltre 130 scienziati di quasi 40 Paesi del mondo, coordinati da Ashkan Afshin dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (Ihme) dell’università di Washington negli Usa, hanno rivelato che una morte su 5 è riconducibile a una cattiva alimentazione, povera di cibi ‘amici’ come i cereali integrali e i vegetali, e ricca di ingredienti poco salutari fra cui sale e bevande zuccherate.

Secondo lo studio a livello globale un regime alimentare sbagliato è stato responsabile nel 2017 di 10,9 milioni di morti (contro gli 8 mln di decessi associati al tabacco e i 10,4 mln da ipertensione), pari al 22% delle morti registrate fra gli adulti. Prima causa le malattie cardiovascolari, seguite da tumori e diabete. Tra i 20 Paesi più popolosi del pianeta, nell’anno in esame è stato l’Egitto a riportare il più alto tasso di decessi legati all’alimentazione

Oltre che ai singoli, l’appello degli scienziati è rivolto anche alle Istituzioni e al mondo dell’industria: “C’è un bisogno urgente e impellente di cambiamenti a vari stadi del ciclo di produzione alimentare dalla coltivazione alla lavorazione, dall’imballaggio al marketing”.

“L’adozione di diete che privilegiano cibi a base di soia, fagioli e altre fonti di proteine ​​vegetali potranno avere importanti benefici per la salute sia umana sia dell’ambiente”, ha dichiarato Walter Willett, docente di Harvard e co-autore del nuovo lavoro. “Mentre sale, zuccheri e grassi sono stati al centro del dibattito sulle politiche alimentari negli ultimi anni”, osservano gli studiosi, l’analisi indica che i fattori dietetici più a rischio di morte sono sì “un alto apporto di sodio”, ma anche un basso consumo di cereali integrali, frutta, verdura, noci e semi.

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