Malaria in Italia: cos’è e come si trasmette

Una bambina di 4 anni, residente a Trento, è morta di malaria nell’ospedale di Brescia dove era stata trasferita d’urgenza. Medici ed esperti cercano una possibile spiegazione, dato che la sua famiglia non è stata in Paesi a rischio. L’attenzione è puntata sul precedente ricovero della bambina nel reparto di pediatria dell’ospedale Santa Chiara di Trento dopo Ferragosto, negli stessi giorni in cui erano ricoverati due ragazzini che avevano contratto la malaria in Africa.

“Dobbiamo accertare se c’è stato un contagio di sangue o se invece la malaria può essere stata contratta in altro modo”, ha spiega la ministra della Salute Beatrice Lorenzin. La bambina era stata colpita da malaria cerebrale, la forma più grave della malattia, che viene trasmesso dal Plasmodium Falciparum, la specie più aggressiva di un protozoo parassita trasmesso dalla zanzara Anopheles. Non è il caso di far nascere una psicosi, ma una migliore conoscenza di questa malattia è forse utile.

La malaria è la seconda malattia infettiva al mondo per mortalità dopo la tubercolosi. I nuovi casi al mondo sono 500 milioni all’anno. Fra questi il 90% in Africa tropicale. La malaria è una patologia infettiva causata da un parassita chiamato plasmodio. Si trasmette soltanto attraverso le punture di zanzare infette, solo il tipo Anopheles. Queste ultime sono presenti in Africa, in America Centrale e Meridionale ed in Asia. Secondo alcuni studi la presenza della zanzara Anopheles in Italia, anche se si tratta di esemplari poco adatti alla trasmissione della malattia.

Quali sono i sintomi della malaria?

Mal di testa, febbre, brividi, sudorazione, vomito, diarrea. In genere compaiono tra i 10 ei 15 giorni dopo la puntura. Se non viene trattata con i farmaci appropriati, la malaria può diventare rapidamente pericolosa e mettere a rischio la vita, interrompendo l’afflusso di sangue agli organi vitali. In Italia la malaria è scomparsa negli anni Cinquanta e i casi di malattia che si verificano, comunque, ogni anno sono legati soprattutto alle persone che rientrano da questi paesi malarici. Non può essere trasmessa da umano a umano, a meno che non ci sia scambio di sangue infetto. Quando si ritorna da un viaggio in un Paese a rischio si consiglia di fare un esame parassitologico sul sangue.

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