Olio di oliva, boom di consumi nel mondo

Il consumo di olio di oliva nel mondo è cresciuto del 49% negli ultimi 25 anni, a dimostrazione che la dieta mediterranea, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco, sta diventando un esempio di vita in ogni continente. È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti sugli ultimi dati del Consiglio Oleicolo Internazionale (Coi) che confermano il successo delle stile alimentare Made in Italy nel mondo in occasione di Cibus, il Salone internazionale dell’alimentazione

Nel 2017 sono stati consumati nel mondo 2,95 miliardi di chili, la metà solo nell’Unione Europea, in cima alla classifica l’Italia con 557 milioni di chili, seguita dalla Spagna con 470 milioni di chili. Ma sul podio – sottolinea la Coldiretti – salgono a sorpresa anche gli Stati Uniti con un consumo di ben 315 milioni di chili quasi triplicati (+174%) rispetto a 25 anni fa. A fare impennare le richieste le sue proprietà benefiche accertate scientificamente. “In Italia – spiega la Coldiretti sulla base di un’indagine Ismea – 9 famiglie su 10 consumano olio d’oliva tutti i giorni secondo uno stile alimentare fondato sulla dieta mediterranea che ha consentito al Belpaese di conquistare primati mondiali di longevità: tanto che la speranza di vita degli italiani è salita a 82,8 anni, 85 per le donne e 80,6 per gli uomini”.

L’Italia produce 370 milioni di chili di olio l’anno, ma non basta per soddisfare il fabbisogno e importa 500 milioni di chili, con i 2/3 in arrivo dalla Spagna che è anche il primo produttore mondiale con un miliardo di chili. A pesare è ora anche l’ondata di maltempo del 2018 con almeno 25 milioni di piante di ulivo danneggiate dalla Puglia all’Umbria, dall’Abruzzo sino al Lazio con danni fino al 60% in alcune zone particolarmente vocate. Un piano prevede che nei prossimi 4 anni la superficie coltivata aumenti da poco più di un milione di ettari a 1,8 milioni di ettari anche con l’aumento delle aree irrigue con tecniche innovative di risparmio idrico.

I consumatori devono fare attenzione a non scambiare l’olio straniero per olio made in Italy. “infatti sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati – spiega la Coldiretti – è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte ‘miscele di oli di oliva comunitari’, ‘miscele di oli di oliva non comunitari’ o ‘miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari’ obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva”. La scritta, fa notare la Coldiretti, è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile”.

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